Sisteron, Roussillon e Avignone sola con pupo

Ho deciso di fare un racconto un po’ dettagliato delle tappe e di come l’abbiamo vissuto, magari sarà utile per qualche genitore che vuole fare un viaggetto con i figli. Io per preparare questo viaggio ho navigato attraverso blog di viaggi con bambini e li ho trovati utili.

1° giorno Torino-Sisteron  246Km

Pupo non ama i lunghi viaggi in macchina così ho deciso di fare la prima tappa a Sisteron passando da Briancon. La mossa giusta è stata farlo mangiare in macchina. Lui adora la frutta disidratata,  la mangia come se fosse caramelle e tra cibo e canti siamo arrivati a destinazione senza intoppi. Sisteron  è davvero bellissima, c’era il mistral e un po’ di pioggia ma questo ha reso ancora più poetica la visita alla cittadella. Io l’ho fatta con Pupo nello zaino della Ferrino. Ce l’ho fatta, non so nemmeno io come, ma visto il percorso era l’unico modo, non avrebbe mai fatto tutti quegli scalini e portarlo in braccio era improponibile. Queste sono le scale che portano alla cittadella

2° giorno Sisteron  -Roussillon – Avignone 147 km

Ho deciso di non prendere il percorso più veloce consigliato da google e ho fatto quello più corto pensando di risparmiare. Bandler diceva che la mappa non è il territorio! Come ha ragione, più corta si, peccato che ho attraversato le alpi provenzali, tutta una scampagnata in salita, sembravo Shumacher. Però ne è davvero valsa la pena. Ovviamente la lavanda non era ancora in fiore ma il paesaggio era bellissimo, molto vario, si passava da pinete fitte a campi di lavanda a rocce e cespugli.

Roussillon è bellissima. Siamo anche stati graziati da un po’ di sole ogni tanto. Volevo percorrere la via dell’ocra ma bisogna percorrere 30/45 minuti di camminata, lui non li avrebbe mai fatti e io avrei dovuto scarrozzarlo in marsupio colorandomi di giallo. Avevo ancora le gambe dolenti per le scale del giorno prima. Ho deciso che le foto che si potevano fare dal paese erano più che sufficienti.

Il paese è davvero gradevole, anche questo percorso con pupo in manduca, ma con questo sostegno ho fatto meno fatica. Manduca 1, zaino della ferrino 0. Faccio una parentesi sui sostegni per portare i bambini. Dopo l’anno di età i bambini sono più comodi nello zaino della ferrino, sono meno contenuti e hanno una maggiore visuale. Se sei un uomo e pesi oltre gli 80 kg, trasportare  15 kg più lo zaino e tutte le cose che ci metti nelle mille tasche va bene, è comodissimo. Se sei una donna no, è enorme e il bambino muovendosi sposta pure il peso da una parte all’altra. Per una donna meglio il manduca anche se comincia ad essere piccolo. Le descrizioni dicono che si può portare fino ai 21 kg. I chili li regge ma oltre la metà del bambino non ha sostegno sulla schiena. Comunque  in viaggio da sola con pupo piccolo, secondo me, non si può fare a meno di portare, almeno in alcuni tratti.

Dopo Roussillon abbiamo fatto tappa ad Avignone. Ho deciso di parcheggiare la macchina proprio nel parcheggio sotterraneo sotto il palazzo dei papi. Vale tutti i suoi 3 euro. Ho visto scendere attorno a me famiglie con passeggini e ho pensato, “ma si me lo prendo anche io”. Mai decisione è stata peggiore. Il centro di Avignone ha un pavè TERRIBILE! Non scherzo è improponibile e pieno di buche. In più in viaggio pupo si è dimostrato estremamente possessivo per le sue cose, tipo cane da difesa. Al palazzo dei papi bisogna lasciare il passeggino nel guardaroba. 10 minuti di scenate, pianti lancinanti, le guardie che mi hanno sgridato, il tutto per il maledetto passeggino.  La visita del palazzo è fantastica,  consegnano un tablet con le cuffie che permette, in alcune stanze, di fare un tour virtuale, indietro nel tempo, per immaginare come fossero gli interni all’epoca. Pupo l’ha apprezzato ma per poco, i  bimbi più grandicelli erano elettrizzati.

Dopo ho  trascinato il passeggino fino alla torre dell’orologio dove si trova una bella giostra. Giro in giostra e poi urla per andare via. Giro sul ponte (potete fare il biglietto insieme al palazzo dei papi) e altro giro di urla per aver nuovamente lasciato il passeggino.

Insomma Avignone è tutto sommato bella, le mura che la circondano sono davvero affascinanti, ma la ricorderò per gli infiniti pianti di pupo e per l’odioso pavè. Non usate il passeggino!

Viaggio in Provenza e Camargue sola con bimbo

Prima che mi addentri a raccontarvi il mio viaggio devo farvi un sunto della mia vita visto che sono passati 4 anni dall’ultimo post: ero sposata, abbiamo avuto un bambino, ci siamo separati poco dopo, il padre vive in Spagna. Fine della storia, direi anche per fortuna.

Ora passiamo al racconto: quest’anno ho deciso che l’essere una madre single di un bimbo di quasi 3 anni non mi avrebbe impedito dal fare un viaggio. L’anno scorso siamo stati al mare con un’amica: una fatica, per fortuna la mia amica non ha smesso di frequentarci!  Lui odia la spiaggia, io più o meno se non è ai tropici. Mi sono ricordata che la vita quotidiana a due non è una passeggiata, tanto valeva fare fatica ma almeno visitando qualcosa di nuovo. Ho pensato alla Grecia ma l’idea di prendere un aereo e essere legata a partenze e arrivi precisi mi spaventava. Quindi ho pensato a qualcosa on the road, vicino, con prenotazioni annullabili il giorno prima nel caso non avessi retto e avessi voluto tornare a casa. Ho pensato alla Provenza e alla Camargue. Ho preparato il piano di viaggio che manco un tour operator, l’itinerario con tanto di costi su via michelin e posizionamento dei  benzinai gpl, prenotazione su booking . Una borsa solo di giochi una frigo con vivande, una valigia con i nostri vestiti, una con beauty, phon scarpe varie, uno zaino,  la sponda letto 1.50 mt per proteggere mio figlio dalle cadute dal lettone, macchina fotografica con obbiettivi, zaino da montagna per trasportare pupo, marsupio manduca per trasportare pupo, ombrello. Manco quando vado in vacanza 15 giorni mi porto via tanta roba ma quest’anno piove costantemente e si passa dai 16 ai 28 gradi in un amen.  Il problema ovviamente è stato poi portarsi da sola tutti questi bagagli. La prima parte del viaggio è stata vero on the road con una tappa diversa per giorno: Sisteron, Roussillon, Avignone, Anduze. Poi 4 Giorni a Saintes Maries de la Mer per finire con 2 giorni a Marsiglia.

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Ovviamente è stato un viaggio faticoso ma non per i motivi che mi aspettavo. Pensavo mi sarei annoiata 10 giorni 24/24h con pupo di quasi 3 anni in microstanze da hotel per camionisti; pensavo che  si sarebbe annoiato, che avrebbe fatto storie in macchina, che avrei faticato a tenerlo buono nei ristoranti.  Invece sono stata benissimo con mio figlio, mi sono davvero divertita ed è stato uno straordinario compagno di viaggio e un divertente intrattenitore nei pasti. Non abbiamo praticamente toccato la borsa dei giochi. Abbiamo passato intere serate a ridere e giocare sul lettone. E’ stato su un trenino a vapore, su uno con le ruote, su una barca, su due pullman e ha fatto 1150 km in macchina e non si è mai lamentato. E’ stato seduto educato nei ristoranti (tranne un giorno in cui ha deliziato i commensali di 40 minuti di urla!) ha camminato anche per più di tre km. Insomma siamo stati benissimo. La fatica? Beh la prima parte del viaggio ha significato scaricare e caricare da sola ogni giorno 4 tra valigie e borse  e fare un bel po’ di km in macchina. Lui super adattato io un po’ stanca. Poi mi sono trasportata 15 kg  sulle spalle, nel marsupio, nello zaino, attraverso vicoli, su e giù per scale, castelli, dopo 10 giorni ero sfinita! Ma è stata davvero un’esperienza fantastica, abbiamo legato ancora di più, ho imparato a conoscere parti di lui che non sapevo e di me che non immaginavo. Pupo ha quasi tre anni e mi sono resa conto che ormai  abbiamo passato più tempo io e lui soli che in tre ma mancava una cosa. Questo viaggio è stato per me una conferma che posso fare tutto da sola. Il giorno in cui accoglieremo qualcuno nella nostra vita sarà per aggiungere qualcosa a un team che è già rodato e perfetto così com’è.

inizia un nuovo anno

Ogni anno vivo due inizi: quello classico a capodanno, dove spesso faccio un sacco di buoni propositi e spero di andare incontro ad un anno migliore, e quello legato alla mia infanzia, Settembre. A Settembre iniziava la scuola dopo tre mesi di vacanza a Ceriale. Ora per me è legato all’inizio dell’anno lavorativo, dove programmo  corsi, volontariato, sport, insomma le attività che farò da qui a Luglio del prossimo anno. La prossima settimana inoltre torna Marco dal suo periodo negli Stati Uniti. Stavo riflettendo che in qualche modo sono alla fine di un mio viaggio. Questi quasi 4 mesi da sola sono stati intensi. Ho fatto davvero molte cose: ho fatto progetti, studiato, viaggiato, ho rafforzato vecchi legami, ritrovato persone lontane geograficamente ma che mi sono vicine nel cuore, imbastito nuove conoscenze che spero diventeranno belle amicizie e perso per la strada persone che credevo amiche. Tanta robbbbba!! Gran parte di queste cose le ho fatte all’inizio. Alcuni amici si sono presi cura di me facendomi uscire e distraendomi. Poi ho cominciato ad apprezzare i momenti di solitudine nella mia casa con Micia e la mia splendida Kia. Stare a casa la sera davanti ad un film o a fare il mio puzzle da 5000 pezzi non mi sembrava poi così pesante, anzi. Ho imparato a godere dei miei spazi e e della mia compagnia.
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ps. Di alcune splendide serate o giornate non ho fatto le foto. Quindi chi non è nelle foto non se la prenda siete comunque nel mio cuore e nei miei ricordi!!

Last but not least

1/6/14

Sono sull’aereo verso casa e ovviamente non riesco a dormire.A parte i deliri da jet leg, non posso non pensare al fatto che tra poche ore sarò di nuovo a casa. Stranissimo, non sono mai stata per così tanto tempo lontano da casa, lontano dall’Italia e mi ritrovo a chiedermi: e ora che faccio? Cavolo stavo cominciando a divertirmi là, 2 party in due giorni! era finalmente arrivata la primavera, ogni tanto smetteva di piovere, il vento non era troppo freddo, e tra le nuvole si vedeva il sole!! stavo cominciando ad abituarmi ad andare in giro con mille strati tipo cipolla e l’ombrello sempre in borsa. Niente più quesadilla!!! ora mi toccherà mettermi davvero a dieta e togliermi il salvagente che mi è cresciuto in vita! Niente lezioni all’università, che erano luunghe ma molto interessanti. Mi mancheranno un sacco i millemila scoiattoli a cui cercavo di dare le noccioline, per farmeli amici, ma che non mi calcolavono per niente perchè di cibo ne hanno a iosa. E mi mancheranno gli edifici di Yale, che sono piuttosto pretenziosi, ma è pur sempre fico andare in giro per Hogwarts. E mi mancherà un sacco mio marito, con cui sono sono stata davvero, davvero bene (che sviolinata amore!!!) e mi mancherà andare ad un party e incontrare un sacco di cervelli in fuga da tutto il mondo. La sensazione che ho ora è che mi sento come se dovessi riadattarmi di nuovo alla mia vita. Strano no? Sono passati solo due mesi!! Si ma io ho fatto un sacca di cose, e sento di essere cambiata, quindi forse è normale essere stranita al pensiero di tornare a casa!! Ho cercato di prendere davvero tutto quello che potevo da questa esperienza, e ore devo vedere come inserirlo nella mia vita di tutti i giorni.

Alla fine non ho parlato di Boston, che è una città che ho trovato davvero bella. E’ storica, tranquilla, non pretenziosa, non pericolosa, non di fretta. Mi ricorda Torino e forse è proprio per questo che mi è piaciuta tanto.

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Oggi siamo partiti prestissimo per farci ancora un piccolo giro per New York. Pensavamo di lasciare i bagagli alla Grand Central Station e fare un giro per little Italy e China Town. Nada, dopo l’11 Settembre non c’è più un posto in stazione dove si possono lasciare i bagagli quindi ci siamo fatti tipo 4 isolati trascinando trolley e abbiamo dovuto lasciarli in un palazzo assurdo dove l’ascensore non funzionava bene!! Così abbiamo deciso di goderci la giornata di sole e siamo andati a Central Park. Bello vederlo con gli alberi pieni di foglie. Ultima nota per chi deciderà di andare a New York e vorrà andare all’aeroporto con la metro. Tenetevi la metrocard così da non dover pagare un dollaro ogni volta che fate i biglietti, semplicemente ricaricate quella. Potete addirittura fare una carta per tutta la famiglia e passare quella per tutti i famigliari. Ricordate di lasciarvi sulla card almeno 5 dollari a testa perchè è il costo del biglietto del treno per l’aeroporto.

E’ stato bello tenere questo blog, molti di voi mi hanno scritto privatamente per avere maggiori info sugli States o su New York o anche solo per dirmi che era divertente leggermi. E’ stato emozionante vedere che in alcune occasioni le mie elucubrazioni mentali sono state lette da 50 persone. Per chi ha blog in modo serio non sono molti ma per me siete tantissimi!! Quindi grazie ad ognuno di voi per aver condiviso con me questa avventura.

Stay tuned, next trip Madrid!!!

 

 

 

 

that’s life

29-05-2014

Prima di partire per gli States ho cercato su internet alcuni allevamenti di Golden Retriever. Ho sempre amato la linea americana con il suo colore scuro, il pelo lungo e la struttura massiccia. Non a caso le mia cucciolate avevano sempre un po di sangue americano, tranne Kia, la mia svizzera che arriva da pure linee inglesi. Poi sono arrivata qui e ho visto un sacco di cani definiti di razza incrociata, golden poodle (golden-barbone) e mille altre. Ho visto cani che urlavano displasia a ogni passo. Ho visto golden con i collari a strozzo che le punte verso la carne, con i guinzagli a cavezza, a strozzo. insomma cinofilicamente parlando mi sono sembrati piuttosto indietro. Avrei paura a prendermi un cane qui, non conosco le linee di sangue e tutti i cani di razza che vedo per strada sono piuttosto marcetti ortopedicamente parlando. Non voglio rischiare e in fondo non so se sono poi così pronta per un’altro cane. E’ vero che se la penso così non so quando mi sentirò pronta ma per ora il progetto golden americano è stato scartato.

Sono agli sgoccioli, domenica parto e devo dire che un po’ mi dispiace. Ovviamente non vedo l’ora di rivedere la mia famiglia, i miei amici e la mia Kia. Non vedo l’ora di perdere i kg presi (sono terrorizzata dal scoprire quanti!!) e mangiare comunque cibo buono e sano. Mi dispiace lasciare mio marito con cui ho davvero vissuto in uno stato di luna di miele. E infine mi dispiace lasciare questo posto. Se penso che dopo la prima settimana volevo tornarmene a casa!! Poco per volta mi sono inserita, ho imparato così tante cose. Ieri è stata l’ultima lezione alla SCSU. E’ stato bello notare la differenza tra il primo corso seguito e il secondo. Ora ero parte del corso, facevo domande, rispondevo alle domande e le cose di cui si parlava non mi erano più così lontane e sconosciute. Ho imparato ad utilizzare le abbreviazioni per tutto, e a categorizzare tutto. Oggi ho salutato anche Jen la counselor che più di tutte si è davvero impegnata in questo mio periodo di training. E’ così diversa da me sotto certi aspetti e diversa dallo stile di scuola da me seguito in Italia. Ma questo è proprio quello che cercavo, aprire i miei orizzonti, trovare qualcosa di diverso, un nuovo punto di vista e ho scoperto che  si adatta a me,  e credo che continuerò ad interessarmi all’approccio CBT (cognitive behavioral therapy). E’ stato buffo vedere che Jen ha fatto fatica a mantenere con me i limiti che sarebbero consigliati. Mi ha detto ” mi diverto a uscire con te” quindi chissene!! continuiamo a sentirci! LE ho fatto notare che è difficile mantenere limiti ben definiti con gli Italiani e lei ha riso un sacco d’accordo con me!!

Sempre ieri ho salutato la mia “cliente per 4 sedute”.  E’ una ragazza straordinaria e abbiamo imparato tante cose una dall’altra.

E poi la comunità italiana di Yale, E’ stato bello conoscere alcuni di questi cervelli in fuga. Ci sono persone davvero dotate qui, intelligenti e competenti che non sono riusciti a trovare uno spazio in Italia e che invece qui hanno trovato le porte aperte e i potenti mezzi di Yale. Alcuni pensano di tornare, la maggior parte rimarrà negli States o cercherà posto in Europa. Se sei bravo e intelligente perchè sprecare le tue doti da sottopagato in Italia? Sempre se riesci a trovare un posto! Già, ma quello che ti fa capire che in fondo la loro casa gli manca è anche il fatto che escono molto tra loro, sono una comunità folta, unita e “accademicamente” variegata. Domenica ci siamo trovati a pranzare da Nica’s una sorta di panineria/market di un signore campano, trasferito qui negli anni 80. allego il sito per far capire il tipo di posto!!

http://www.nicasmarket.com/

Abbiamo fatto pranzo all’1 e siamo rimasti a parlare fino alle 6. E’ stato un pomeriggio davvero piacevole. Ecco questo mi mancherà in Italia. E’ bello conoscere persone nuove, ascoltare la loro storia, quello che fanno, i loro obbiettivi. Non fraintendetemi, non è che in Italia non lo puoi fare, ma le persone che sono qui hanno tutti un sogno, un progetto, sono lontani dalla loro casa, dalla loro famiglia, dalle loro sicurezze. Il punto da cui si parte è diverso. Sarebbe come passare un pomeriggio in Italia con alcuni immigrati e parlare con loro dei loro progetti, della loro vita a casa. Ci sono persone qui davvero davvero dotate, che sono arrivati a Yale per loro merito e non per un calco in culo, e che lavorano ogni giorno per farsi un futuro sgobbando magari 10-12 ore al giorno in laboratorio compresi il sabato, la domenica e il Memoria day!! e non sono ragazzi di 25 anni. Parlo di trentenni, che mettono da parte, inevitabilmente, il progetto famiglia, per dedicarsi anima e corpo al lavoro a crearsi un futuro. Mi sono ritrovata inevitabilmente a parlare con Marco e a chiedermi se resta spazio per crearsi una famiglia, e se c’è a che età?  quanti sacrifici si deve fare per avere un lavoro oggi? per avere un futuro? Poi ho guardato la mia vita, sposata da nemmeno un anno con il marito che se ne va all’estero per fare ricerca e infoltire il suo curriculum con un nome importante. In fondo di sacrifici familiari ne stiamo facendo anche noi… Questa è la vita che ci troviamo a vivere oggi in Italia

Stay tuned

 

un sandwich a Sandwich

21-5-14

Giovedì sera a cena ho detto a Nency che avrei passato il week-end a Cape Cod. HA preso il cellulare per guardare le previsioni del tempo.Io l’ho subito presa in giro ricordandole che qui le previsioni sono più uno show che una cosa su cui contare! ovviamente dava pioggia e nuvoloso…..  questo d’altronde è il New England, anche per il tempo. Dalle foto che abbiamo fatto si evince che ha fatto sole, vento, nuvole, pioggia , tutto insieme praticamente ogni giorno!!

Ma quanto è bella Cape Cod? è una penisola nel Massachusset, distante da New Haven circa 260 km nella sua parte centrale. E’ piena di bellissime case, quasi tutte di ricchi pensionati o seconde case di benestanti di New York e Boston. HA tantissime spiagge, gran parte delle quali fanno parte del parco nazionale istituito da Kennedy che ovviamente aveva una casa qui. Ci sono le balene che vengono qui d’estate, le foche che prendono il sole sulla spiaggia e lo squalo bianco che attende di mangiarsi le foche!!  Qui sono arrivati i padri pellegrini nel 1620 e sono stati salvati dai nativi americani i mashapee wampanoag. Poco dopo i padri pellegrini li hanno ringraziati massacrandoli. Oggi questi nativi vivono in una delle poche riserve del New England a Mashapee, città che avremmo voluto visitare ma non abbiamo avuto  tempo.

La prima tappa del nostro viaggio è stato il famosissimo……… outlet all’uscita 63 della higway 95. Abbiamo comprato i levis a 27 euro al paio. Marco ne ha comprati 3!! Mio marito super risparmioso non si capacitava di quanto erano belli e di quanto costassero poco. Diciamo quindi che il viaggio è partito sotto una buona stella nonostante fosse nuvoloso. Finalmente arriviamo a Sandwich dove mangiamo il famoso sandwich del  brown jug, una sorta di panineria d’asporto con annesso piccolo market pieno di delizie italiane e non. Sandwich è carina, con diverse costruzioni vecchie. La Hoxie House del 1975, abitata da persone fino al 1960 senza corrente, gas, fognatura e acqua corrente. C’è il Dexter Grist Mill che è il mulino che macina il Mais, tutt’ora funzionante.Due note carine: prima, alla sera abbiamo mangiato in una sorta di taverna del posto con musica dal vivo. Il musicista a metà serata ha fatto il giro dei tavoli parlando con tutti i commensali. Seconda, abbiamo provato l’honey wine, l’idromele. La leggenda dice che i vichinghi si sposassero con la luna piena e bevessero l’honey wine come rito benaugurate per le coppie. da qui deriva il termine Honeymoon. Leggenda a parte il vino è strano ma bevibile.

DSCN7970Sabato per prima cosa abbiamo visitato Barstable dove abbiamo incontrato Giovani un avvocato newyorkese che si è trasferito a vivere qui. Giovanni è di origini italo irlandesi e sta organizzando il suo secondo viaggio in Italia. e’ un tipo davvero fortissimo ci ha tenuto due ore a raccontarci del suo progetto di girare l’Italia in treno dormendo nei monasteri con la sua mamma di 75 anni di origine siciliana. Ma soprattutto ci ha raccontato di quanto in questa zona gli abitanti di Cape Cod siano razzisti e di mente ristretta!!  Dopo, tappa a Chatham, una città davvero carina, con laghi per le ostriche e ovviamente pieno di aragoste. In serata siamo arrivati a Eastam dove Marco si è mangiato un’enorme aragosta!  So che non c’entra forse nulla ma non abbiamo potuto non notare che entrambe le nostre host di airbnb erano donne single in case enormi. La seconda era pure mamma di una bambina adottata asiatica e single da sempre.

Terzo giorno provincetown. Questa città è famosa per i suoi artisti e per il fatto che vi abitano molte coppie gay. Per l’ennesima volta io e Marco abbiamo notato che le zone gay sono sempre molto colorate, artistiche, allegre e tranquille. Io tendo a spesso a affittare case in quartieri gay,  li preferisco ad altri proprio per questi motivi. Tutti coloro che sono terrorizzati da un tipo di amore considerato diverso, dovrebbero visitare questi posti. Probabilmente tornerebbero a casa rendendosi conto che l’amore è amore punto. A provincetown i gay e le lesbiche si possono sposare da 10 anni. Vi assicuro che non è gomorra, non ci sono orge per strada ma una bellissima e ridente cittadina con famiglie di tutti i tipi.

un’ultima nota: qui la gente non chiude a chiave casa. Nessuna paura per ladri, scippatori, stupratori niente, nonostante la zona sia abitata da ricchi pensionati o sia la residenza estiva di ricconi Ci è venuto spontaneo chiederci se questo dipende dal fatto che qui la presenza di neri e ispanici è praticamente zero…..

Stay tuned

 

riflessioni

19-5-2014

Tra quindici giorni esatti sarò sull’aereo diretta in Italia. Proprio ieri mi sono accorta che con Marco non uso più l’espressione “devo scriverlo sul mio blog” che tanto mi divertiva all’inizio. Avevo voglia di condividere ogni nuova cosa che vivevo. Ora invece sto scrivendo di rado e mi sono trovata a domandarmi il perchè. Credo sia perchèP1070480 all’inizio mi sentivo con un piede negli States e uno in Italia. Avevo bisogno di avere la sensazione di non perdere i miei  contatti, i miei amici, qui non avevo quasi nulla e sentivo la necessità di comunicare con quel mondo che conoscevo e mi rendeva sicura. Oggi credo di poter dire di avere entrambi i piedi in questo luogo con un pensiero ai miei amici, alla mia famiglia e al mio adorato cane. Ma credo di essere qui al 100 % ora, continuo a sentire questo posto come non troppo adatto a me, ma mi sembra meno estraneo. Mi sono creata conoscenze, il mio google calendar è di nuovo attivo e piuttosto pieno, ho le mie abitudini e il luogo mi è diventato più familiare. Mi piace camminare per la strada, nei giorni in cui il sole decide di degnarci della sua presenza, e salutare le persone che incontro, rispondere ai loro come va? come stai? e ho imparato anche io a fare i complimenti agli sconosciuti se apprezzo particolarmente un loro capo di vestiti o la loro pettinatura!! Tra 15 giorni sarò sul mio volo verso l’Italia, ma per ora non ci penso. Non programmo cosa fare appena torno. Prima di partire stavo imparando a vivere il momento presente, ad essere concentrata sul qui ed ora così da darmi tregua dall’ansia che ogni tanto fa ancora capolino nella mia vita. Qui non ho dovuto obbligarmi a farlo. Essere costantemente fuori dalla mia zona di tranquillità e abitudine fa si che io viva solo ed unicamente il presente.  Parlare in una lingua diversa, studiare in una lingua diversa, fare cose in un luogo che non conosci è impegnativo e non ti permette di farti troppe seghe mentali sul futuro, se devi essere agitato lo sei per l’incontro con la cliente o il momento di supervisione con la counselor, o per la tavola rotonda a Yale sui problemi mentali infantili. Non ho tempo di avere ansia per altre cose. Questo si che è un grande primo risultato!!

Volevo fare una piccola premessa prima di parlare del week end a Cape Cod ma credo sia diventato un blog a se!

Stay tuned, domani il racconto del we!!

skappo

11-5-2014
Skappo
esco dal silenzio di questa settimana, fatta di vita ascetica e studio, per festeggiare il mio primo anniversario di nozze.
Un anno fa certo non avrei pensato di festeggiarlo all’estero. Ma la vita è strana e con mio marito sempre imprevedibile. E ora siamo qui, entrambi alla micro scrivania del nostro micromonolocale, a scrivere i nostri diari di viaggio. Stare qui soli, in un appartamento davvero piccolo senza tv e internet ci sta dando l’opportunità di parlare molto, anche solo per condividere le nostre opinioni o differenti esperienze in questo paese. E poi ci ritroviamo a ridere come stupidi, a giocare, a stare davvero bene insieme. Quindi sono felice di festeggiare qui il mio anniversario, io e lui soli. La nostra luna di miele è stata oscurata da eventi infelici, qui, almeno io, mi sto prendendo la mia rivincita e mi sto godendo la mia honeymoon americana.
Per festeggiare l’evento ieri siamo andati in un ristorante italiano. Di solito li rifuggiamo ma credo che entrambi avessimo voglia di buon cibo e di gusti nostrani. Ci avevano parlato di questo posto, skappo. L’abbiamo cercato online. LA homepage è dedicata a raccontare la storia d’amore dei due proprietari. Lei Italiana di Assisi, lui nel 73 uno studente americano in viaggio in Italia. Si innamorano, lei finisce gli studi in 4 mesi, molla tutto, prende 7 valige con tutte le sue cose e in nave inizia le sue 2 settimane di viaggio per l’America. Lei poi ci racconterà che aveva bisogno di fare quel viaggio in nave per rendersi veramente conto di quello che stava facendo. Aveva mollato tutto per un ragazzo che aveva conosciuto 10 giorni. Si sposeranno poi dopo 2 mesi, avranno 3 figli e dopo 40 anni sono ancora insieme. Inutile dire che ho trovato la storia molto romantica, il menù era scritto rigorosamente in italiano e la lista dei vini interessante. Prenotiamo. Ieri sera abbiamo passato una serata davvero carina. Il cibo era proprio buono, Marco dice di aver mangiato il migliore agnello della sua vita! Era vero cibo italiano, il posto carino, accogliente, ottimo il vino. Ad un certo punto la proprietaria ha cominciato a passare tra i tavoli a salutare le persone, a parlare con loro, a chiedere il loro nome, da dove venissero, e ad augurargli una buona serata. E’ arrivata da noi e abbiamo chiacchierato della sua storia romantica e ci ha spiegato il motivo per cui ha aperto il ristorante 10 anni fa: 10 anni fa sono morti, in Italia, i suoi genitori. Lei ha voluto ricordarli con il ristorante, con il cibo buono e con la capacità di parlare con le persone e di stare con loro. Questo è stato il regalo che lei ha voluto fare a loro. Suo marito lavora nella bottega di cibi italiani, e i suoi tre figli, Rocco, Mark e Ivette, laureati, bilingui e con doppia cittadinanza, lavorano con lei. Si respirava una bellissima aria familiare, aria di casa. E’ stato davvero un bel modo di festeggiare!

spring is coming!

5-5-2014

So che dovrei parlarvi di Boston, di come l’ho trovata etc ma oggi non mi va.

E’ arrivata la primavera e con lei un sacco di cose nella mia vita a New Haven. In questi giorni i miei pensieri sono rivolti verso queste novità e quindi ho faticato ad aggiornare il blog perchè avrei dovuto scrivere di Boston ma non ne avevo voglia. Alla fine ho deciso che il blog è mio e posso anche non seguire l’ordine cronologico delle cose e saltare un po’ quà e là.

Dicevamo che è arrivata la primavera, le foglie finalmente sono venute fuori e gli alberi non sono più solo quattro rami secchi e tristi. Ora New Haven è piena di alberi in fiore o in foglie, la temperatura si aggira intorno ai 15-18 gradi. Insieme alla natura anche a me sembra di essere rinata. SAbato e Domenica mi sono di nuovo fatta una decina di km a piedi. Avevo bisogno di fare il pieno di sole, di natura, di profumi. Ho scoperto nuovi quartieri di quest città che me l’hanno fatta apparire meno brutta. Ho passeggiato per Orange street, il classico quartiere per famiglie bianche americano. Bellissime ed enormi case di legno, e come nei film, pieni di gente in bicicletta e caschetto che si salutano, il tizio che taglia l’erba, la nonna che interra i bulbi di fiori con il rastrellino, la coppia che porta a spasso il cane o che passeggia con i bambini. Giuro che ho visto tutte queste cose e mi sembrava di essere in una di quella pubblicità per i cereali. Ecco la perfetta vita dell’americano medio berghese di famiglia!! Stavo seduta in questo bar, aspettando di conoscere la nuova counselor con cui avrei fatto training e attorno a me si svolgeva il film della perfetta vita americana!!  Vivere in quel quartiere ti fa dimenticare che a New Haven ci sono circa 700 senzatetto!!!

Ma torniamo alla visione di me seduta al Lulu’s bar ad attendere Nancy. Mentre aspettavo ho cominciato a parlare con una ragazza che aveva un bel cagnone. Tra una carezza e una chiacchiera le spiego cosa sto facendo qui negli States. Si scopre che lei è una psichiatra specializzata in problemi dell’infanzia e dell’adolescenza e lavora allo Yale child study center. Mi ha proposto di seguire alcune sue lezioni a Yale. Perfetto, una chiacchierata e un nuovo pezzo di training. Mi piace questo quartiere da film!!

Poi arriva Nency. E’ un vulcano! ho scoperto che ha 62 anni anche se ne dimostra 50. Piena di energia, di idee, di cose da trasmettere e di voglia di insegnare. Fantastica! Dopo 2 ore al bar siamo andate a casa sua. Ha deciso che potrei essere d’aiuto ad una sua cliente e ad un certo punto mi dice: ok ora io recito Maria (nome falso della cliente ) e tu fai la counselor, e prima che io avessi il tempo di realizzare cosa mi stava chiedendo, e quindi prima che avessi il tempo di essere terrorizzata dalla cosa, parte e interpreta il personaggio!! io comincio a  farmi trascinare dalla cosa, la lascio parlare, intervengo con domande in alcuni punti, in altri porto ad esempio la mia vita…  una parte di me comincia ad essere terrorizzata e a pensare ” ma che cazzo sto facendo??” Ad un certo punto lei si ferma, ritorna Nancy e guardandomi tutta raggiante mi dice: mi piaci!! sei Stata bravissima!! hai capito i tempi, hai ascoltato, hai chiesto, hai proposto, ti sei messa in gioco!! voglio assolutamente che tu faccia 4 sedute con Maria!!   Sob. Io ? sono stata brava, sicura? a me sembrava di annegare nel mare di che cavolo faccio e che cavolo sto facendo!!! Ha contattato Maria che si è resa disponibilissima a sperimentarmi.

E ora sono qui, un po’ eccitata e un po’ spaventata per questa nuova esperienza. Oggi sono stata da Jen, l’altra counselor e ho parlato con lei di questa esperienza. Le ho spiegato i miei obbiettivi in 4 sedute, ho parlato con lei di alcune strategie ed opzioni ed era d’accordo con lei sulle cose che ho pensato di fare con Maria. Pensavo di andare in ansia per questa nuova possibilità invece mi sto ritrovando a studiare, a rivedere vecchi appunti, a pensarci ma senza ansia. Già solo questo è per me un grande obbiettivo raggiunto. Poi sto cominciando a capire quanto questa esperienza mi sta davvero servendo per imparare delle cose per il mio futuro lavoro ma soprattutto quanto sta servendo a me come persona. Sto superando molti dei limiti che credevo di avere. Sto affrontando diverse mie paure, sto uscendo dai miei schemi e sto sperimentando che l’unico modo per avere una risposta positiva alle tue domande è chiedere. Posso ottenere anche un no, e questo non cambia il punto da cui si parte, ma posso ottenere un si, un aiuto, una dritta, e questo spalanca le porte a infinite possibilità.

Stay tuned, magari domani vi parlo di Boston!!!

La diaspora italiana

22-04-2014

Ultimo giorno a New York e così tante cose da vedere!! panicooooo

Liberty Island con la statua della libertà e Ellis Island. In molti mi hanno detto di non spendere i soldi per questo giro. Io l’ho trovato davvero bello. La statua della libertà è semplicemente bellissima, non smettevo di fotografarla, sembravo un paparazzo!! è bella di schiena,  profilo dx e profilo sx, primo piano, di fronte. Insomma è affascinante, grande, enigmatica.DSCN791120140422_150957_Richtone(HDR) 20140422_113838A me è piaciuta davvero tanto. Quindi ve la consiglio. E’ bello immaginare che è stata costruita in Francia e poi trasportata a pezzi e montata li. Si vedono le varie parti, ma niente  offusca la sua bellezza. Che dire di Ellis Island? dal 1892 al 1954 è stata il punto di ingresso per gli immigrati che arrivavano in America. Circa 12 milioni di persone sono passati attraverso queste porte. I medici li controllavano subito all’arrivo e con un gesso segnavano sulla schiena se potevano passare o se dovevano fare ulteriori controlli. Dopo entravano nella grande sala dove venivano registrati,nome, data e luogo di nascita, professione. Molti perdevano subito il loro nome poichè veniva scritto storpiato, americanizzato o semplicemente sbagliato. Il 2 percento (circa 250 mila persone) venne respinto poichè vecchio, malato, malforme.

Un po’ di storia per gli omini verdi o per tutti coloro che, grazie alla disinformazione dei nostri telegiornali, sono terrorizzati dagli immigrati. (So di essere pedante ma onestamente poco mi importa, Questo è il mio blog quindi chi non è interessato può non leggere). I primi ad emigrare nel 1800 sono stati i piemontesi (proprio noi non i terun!), i veneti e i friulani, solo verso il 1860 anche i meridionali hanno cominciato ad emigrare. Tra il 1860 e il 1960 sono stati registrati circa 24 milioni di partenze (nel 1861 gli italiani erano circa 23 milioni, nel 1981 circa 56 milioni). Circa 24 milioni sono gli Italiani rimasti all’estero, 10 milioni sono ritornati ma altri 10 milioni se ne sono andati negli ultimi 50 anni…. Questi sono i nostri numeri.  Quasi la metà della nostra popolazione di oggi oppure l’intera popolazione italiana al momento della creazione dell’Italia, se n’è andata dall’Italia e li è rimasta. E’ bene aver sempre a mente,  ogni volta che ci rivolgiamo con disprezzo agli immigrati che ci sono nel nostro paese, che l’Italia è un popolo i immigrati. Io sono qui solo per due mesi, e ho sempre parlato male del mio paese vedendo le mille e una cosa che non vanno. Da quando sono qui, gli Stati Uniti che vedo nei film e mille telefilm da anni, si sono rivelati molto diversi da come mi aspettavo e per diversi motivi arretrati rispetto a noi. Vivere lontano da casa ti fa sentire la mancanza delle tue sicurezze, dei tuoi amici, del tuo cibo, della tua cultura. Tutto manca e io sono solo qui per 2 mesi. Ho sempre nutrito molto rispetto nei confronti di coloro che sono venuti nel nostro paese alla ricerca di una vita nuova. Ora ne ho ancora di più. Alcuni di loro hanno lasciato posti dove c’erano guerre terribili e fame, ma vivere in un luogo dove non conosci la lingua, dove tutti ti guardano con disprezzo, dove il tempo o è sempre freddo con la nebbia o caldo e umido e il cibo è piatto senza tutte le spezie a cui sei abituato…. Non è mai semplice abbandonare casa tua anche se la promessa è quella di un mondo migliore. Io qui quando dico che sono Italiana ricevo un sorriso, un anche io ho origini italiane! oppure mi propongono un bicchiere di vino invece di un caffè perchè sanno che per gli italiani il caffè americano fa schifo. Vengo trattata con gentilezza. Ma gli arabi o gli africani non ricevono lo stesso trattamento. Idem per l’Australia o per L’italia. Se sei un immigrato di alto profilo tutto ok. Se sei marocchino, africano, albanese, sudamericana vieni trattato con disprezzo. Nel 1800 i poveracci con le pezze al culo eravamo noi, partivamo con quattro stracci alla ricerca della terra promessa fosse questa l’America prima o l’Australia dopo. Io questo cerco sempre di tenerlo a mente e voi?

Tornando a New York, abbiamo deciso di vedere il ponte di Brooklin nonostante fosse molto brutto il tempo. Ci siamo presi la pioggia e il paesaggio al momento non è eccezionale perchè stanno aggiustando la zona e ci sono i cantieri tra le scatole mentre fotografi. Ultima tappa della giornata il top of the rock. Lascio parlare le foto!!

Dopo sei giorni a New York posso dire che è una città affascinante, assolutamente da vedere, piena di bellissimi musei assolutamente da visitare. Ma non è una città dove vorrei vivere. Più cresco, più mi rendo conto di aver bisogno solo di due cose: un bellissimo cielo sopra la testa e la terra sotto i miei piedi. A New York non si possono vedere le stelle, tante bellissimi luci, ma certo non le stelle. In base a  quanto  sei ricco o povero potrai vivere in un bell’appartamento davanti a Central Park o in uno studio nel Bronks, ma di terra ne calpesti ben poca, troppo poca per me

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